Un piano casa per combattere la crisi economica. È la proposta arrivata ieri nell’ambito del primo degli appuntamenti della seconda giornata di Future Forum. A lanciare l’idea è l’Afe, l’Associazione Friuli Europa, attraverso il suo vice presidente Sandro Fabbro.
Un’idea che si basa sull’osservazione dell’esistente: «In Friuli Venezia Giulia ci sono 300 mila edifici costruiti prima degli anni Settanta – ha sottolineato Fabbro –, ipotizzando di riqualificare dal punto di vista energetico anche solo un terzo del patrimonio con un intervento medio di 50 mila euro, si genera un piano da 5 miliardi, di cui uno di spesa pubblica regionale e il resto dai privati».
A discutere del tema assieme a Fabbro, dopo i saluti del componente di giunta camerale Graziano Tilatti, anche Alessandro Colautti, componente della IV commissione consiliare regionale; Roberto Muradore, segretario generale della Cisl dell’udinese e della Bassa friulana; Roberto Contessi, capogruppo della sezione “Industrie costruzioni edilizie” di Confindustria Udine, intervistati dal caporedattore vicario del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini.
Secondo Fabbro, «negli ultimi anni la capacità della regione di produrre ricchezza ha subito un arretramento più forte che in altre regioni: è 15ª in termini di perdita di Pil. Occorrono dunque almeno due misure di investimento, una di breve e una di lungo periodo, per uscire dalla gabbia in cui il territorio è finito».
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